METODOLOGIE
L’approccio cognitivo-evoluzionista è fortemente ancorato agli studi etologici, al progresso delle neuroscienze e ai dati sperimentali della teoria dell’attaccamento e della Developmental Psychopatology.
L’ampiezza e la solidità dell’impianto teorico permettono di utilizzare diverse pratiche psicologiche per costruire un percorso di sostegno o di cura, adatto alle caratteristiche della persona e al tipo di problematica che presenta.
Test psicodiagnostici, EMDR, esercizi sensomotori, tecniche comportamentali, mindfulness, procedure narrative, diari osservativi e video feedback sono i principali strumenti che lo psicologo cognitivo-evoluzionista propone, in modo integrato, al cliente, in base alla sua modalità di funzionamento e all’obiettivo specifico per ogni fase dell’intervento.
Le nostre metodologie si basano su alcuni concetti fondamentali:
La neurobiologia
Lo psicologo lavora tenendo cont
o delle modalità di funzionamento della mente. Questa conoscenza permette di leggere ciò che accade attraverso un modello teorico di riferimento. Contemporaneamente la teoria orienta lo psicologo verso interventi che rispettino e favoriscano i processi adattivi e funzionali di cui l’essere umano è dotato.
L’evoluzione e lo sviluppo del cervello umano
Il corpo e la mente dell’uomo sono il prodotto di un doppio processo:
- l’evoluzione della specie umana predispone geneticamente ogni persona ad organizzare il proprio comportamento (nell’ambiente e nelle relazioni) per raggiungere scopi di sopravvivenza, di riproduzione e di socialità.
- Le disposizioni innate si esprimono in modo unico e particolare, attraverso lo sviluppo che ognuno compie nello specifico contesto di vita in cui nasce e cresce. Tutte le esperienze, sensoriali, emotive, relazionali e culturali modificano la struttura e le funzionalità del cervello, per tutto l’arco di vita.
Il cervello tripartito
L’evoluzione e lo sviluppo fanno sì che nel cervello umano coesistano strutture evoluzionisticamente molto antiche, che regolano aspetti neurofisiologici più istintivi e strutture molto più recenti, sedi del linguaggio e della coscienza.
Semplificando, il cervello può essere pensato come un organo composto da tre parti differenti:
- Il cervello rettiliano
controlla i processi omeostatici e neurofisiologici di base e media impulsi legati alla sopravvivenza (sonno, fame, sete, territorialità). Questa area è particolarmente sensibile alle situazioni di pericolo e di minaccia ed
è responsabile del sistema di difesa che spinge a reazioni rapide e automatiche.
- Il cervello limbico
media invece gli aspetti legati alle emozioni, ai processi di memoria e di apprendimento. Predispone l’individuo a relazionarsi con altri per chiedere/offrire aiuto, definire una gerarchia sociale, accoppiarsi o raggiungere un obiettivo comune (Sistemi Motivazionali interpersonali).
- La neocorteccia
è sede delle funzioni cognitive più evolute, come il ragionamento logico, il pensiero astratto e il linguaggio. Quest’area collega inoltre i due emisferi (destro e sinistro) consolidando ed integrando differenti tipi di informazioni.

